CACCIA – LA PAURA DELLA FINE….

Il primo articoletto dopo tanto tempo ….. non mancavano argomenti che stuzzicassero la voglia di prendere tra le mani la tastiera, ma il disgusto per una situazione in caduta a livello politico e gestionale aveva preso la meglio.
Non che utlimamente non ci siano state notizie importanti, ricorsi di ricorsi sui ricorsi che un pò qua e un pò la hanno interrotto o ancora ad oggi hanno bloccato la stagione venatoria.
Quasi sempre problemi dovuti all’incompetenza e alla svogliatezza di funzionari pubblici e di gestioni politiche disinteressate all’attività venatoria, all’ambiente e la gestione.
Strano come questi Signori che decidono le nostre sorti e quelle del patrimonio faunistico tornino a parlare di noi sempre e solo quando scoppia una bolla: qualche incidente mortale, un servizio al tg, un ricorso vinto da qualche gruppo ambientalista; in questi casi si ricordano della caccia e degli animali, ma non per lavorare, ma per levarsi dalle scatole un problema.
Questo atteggiamento ha portato a mettere pezze una sull’altra, sempre peggio, senza criterio, senza studi, senza pensare a un progetto che abbia basi scientifiche ed una proiezione temporale…. si agisce sempre solo oggi per oggi.
Come tutti i giorni mi documento sulle notizie a tema venatorio ed incappo in un articolo SPAVENTOSO di una rivista on line di ASTI “ATNews”.
Nell’articolo riportato che la Coldiretti Piemonte ha preso contatti con Giovanna Massei Smith, ricercatrice al National Wildlife Management Centre di York, per trovare metodi efficaci per il contenimento di specie dannose all’agricoltura come cinghiali e caprioli.
Con la scusa che si tratta di un metodo non CRUENTO, vogliono provare ad utilizzare la sterilizzazione chimica…..
MA STIAMO SCHERZANDO?
Si nota più o meno ovunque un calo degli abbattimenti dovuto alla totale assenza di gestione, mentre non è altrettanto visibile un calo del danno alle colture…. questo mistero è in parte spiegabile con le popolazioni completamente destrutturate che non avendo guide e capi branco si muovono senza criterio sul territorio causando danni alle colture a macchia di leopardo ed in parte alla sensazione che negli ultimi anni ci sia stato uno sviluppo di colture di pregio laddove si ravvisa la presenza di cinghiali (ma spero di sbalgiarmi e che sia solo un’impressione 🙂 ).
Per risolvere la situazione cosa ci propongono?

….. gettiamo per i boschi foraggio sterilizzante…

così nell’arco di due anni distruggeremo un patrimonio insostituibile… ma non solo cinghiali e caprioli … ma TUTTO, perchè non credo sarà facile mettere un cartello con scritto: qui possono mangiare solo i cinghiali e i caprioli che di notte vanno a mangiare le pannocchie del Signor MARIO.
Mi spiace deludere la ricercatrice americana, ma i cinghiali italiani a differenza di quelli americani non sono andati a scuola… e non sanno leggere.

CARI CACCIATORI E CARE ASSOCIAZIONI: tiriamo su la testa, non lasciamo che le associazioni agricole e gli interessi politici distruggano quel poco che è rimasto….
Iniziamo a parlare di gestione perchè la politica degli utlimi anni, fatta di interventi 365 giorni all’anno senza criteri di abbattimento ha dato i risultati che vediamo…

Per leggere l’articolo andare al seguente link:
http://www.atnews.it/notizie/agricoltura/item/8342-nuove-forme-di-contenimento-per-cinghiali-e-caprioli.html

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